23 aprile 2018
Lifestyle

Next Vintage 2018: al Castello di Belgioioso con Cinzano

Cinzano Next Vintage 2018

C’è chi festeggia compleanni, prediciottesimi, mesiversari e nozze d’argento al ristorante, e chi per celebrare il 260° anniversario sceglie un castello. Per rendere omaggio a quasi tre secoli di tradizione nel mondo del vermouth e degli spumanti, Cinzano ha organizzato la mostra dal titolo Cinzano: viaggio alla scoperta di un’icona italiana al Castello di Belgioioso (in provincia di Pavia), all’interno del Next Vintage 2018, il più importante evento in Italia dedicato alla moda e agli accessori d’epoca, visitabile dal 21 al 25 aprile.

Il giro si apre proprio con la mostra Cinzano, risultato della ricerca di storici e docenti nei 40.000 faldoni dell’archivio ufficiale: nella sala d’ingresso sono stati esposti alcuni manifesti d’epoca realizzati da illustratori e grafici pubblicitari del Novecento come Leonetto Cappiello, Adolf Hohenstein, Nico Edel, Raymond Savignac e Jean-Pierre Otth. Il marchio – che oggi è del gruppo Campari – nasce a Torino a metà del XVIII, diventando il fornitore ufficiale di liquori della Casa Reale. Si passa così da piccola attività a conduzione famigliare a grande impresa industriale, che necessita di una vera e propria strategia pubblicitaria: è alla fine dell’Ottocento che inizia la collaborazione di Cinzano con grandi artisti internazionali, capaci di rendere unici manifesti e cartelloni che raccontano la storia della liquoreria, ma anche la storia dell’arte contemporanea.

Nel 1898 appare il primo manifesto realizzato da Adolf Hohenstein per pubblicizzare il vermouth. Il protagonista è il dio Pan che suona lo zufolo, mentre sullo sfondo c’è una ninfa che spreme un grappolo d’uva. I personaggi mitologici, caratterizzati dallo stile Liberty dell’epoca, sono legati alla terra e alla fertilità dei campi, proprio per dare la giusta importanza alla materia principale del vermouth: l’uva.

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Adolf Hohenstein, Vino-Vermouth, 1898, Cinzano

Leonetto Cappiello, uno dei padri fondatori della cartellonistica italiana, ha realizzato La Donna adagiata sui grappoli d’uva, che diventerà la donna-ambasciatrice dei prodotti del brand caratterizzati dall’utilizzo di uva per vermouth e spumanti. Nel 1910 appare il manifesto più iconico di casa Cinzano, La zebra, legando così il marchio all’animale, che sarà il simbolo della liquoreria e ripreso in futuro anche da altri artisti.

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Leonetto Cappiello, Donna adagiata sui grappoli d’uva, 1920, Cinzano

Nico Edel, ad esempio, prende ispirazione dall’iconografia di Cappiello e nel 1946 lavora al manifesto che vede tre piccole zebre cavalcate da omini biondi e riccioluti che offrono il liquore per un “aperitivo genuino”. Da qui inizia la collaborazione che vedrà Nico Edel come Direttore artistico dell’Ufficio Pubblicità di Cinzano, impegnato nella creazione di manifesti, opuscoli e copertine per libri e riviste.

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Nico Edel, Cinzanino aperitivo genuino, 1946, Cinzano

Una delle mie opere preferite è The perfect Vermouth di Jean-Pierre Otth: risale al 1955 ed è una stampa litografica che ritrae una donna con in mano un bicchiere di liquore. La presenza femminile denota l’interesse per l’eleganza e la raffinatezza al quale vuole legarsi il marchio. Trovo questa stampa incredibilmente piena di fascino, mi riporta subito agli anni Cinquanta e a quel mondo aggraziato, ma allo stesso tempo ammiccante.

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Jean-Pierre Otth, The perfect Vermouth, 1955, Cinzano

Infine, sono stati esposti in una vetrinetta gli oggetti storici del marchio: bottiglie d’epoca, bicchieri, insegne, targhe degli anni Quaranta, shaker e vassoi. Anche qui i protagonisti sono la raffinatezza e l’avanguardia nella comunicazione di prodotto.

Terminata la scoperta del mondo Cinzano e della sua iconografia, mi sono dedicata a un’altra arte che ripercorre la storia della moda: il vintage. Tra le sale ampie e luminose del Castello, con affreschi e soffitti decorati che mi hanno lasciata a bocca aperta, ho visto oltre 60 espositori di abbigliamento e accessori vintage. Lo so, troppe emozioni. Ho trovato capi di Versace, Yves Sain Laurent, Armani, i foulard di Hermès, le borse di Chanel, una selezione di jeans da far impallidire qualsiasi store Levi’s. L’esposizione è caratterizzata da una parte dedicata al puro vintage che va dagli anni Venti ai Novanta, e una parte con pezzi moderni provenienti da atelier e sartorie che riutilizzano e rendono più attuali vecchi abiti e stoffe classiche. Vestitini bon ton, camicie pazze, giacche punk, gonne in perfetto stile Frida Kahlo, pizzi, ricami, righe, tantissime righe (sono una delle mie ossessioni).

Next Vintage
Next Vintage 2018

 

Next Vintage 2018_jeans

Oltre ai vestiti e alle scarpe, in questa edizione del Next Vintage è presente per la prima volta l’angolo Furniture & design con pezzi di arredamento che fanno parte dell’immaginario tutto made in Italy: si percepisce immediatamente la cura e la valorizzazione dei materiali.

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Furniture & Design, Next Vintage 2018

In un pomeriggio ho scoperto un castello a due passi da Milano, nel quale organizzano eventi quasi tutto l’anno, visitato una mostra che permette di entrare nel mondo di uno storico marchio italiano (quanto è bello conoscere la storia di un’azienda, come è nata, come si è evoluta, come ha saputo rinnovarsi negli anni), ho bevuto vino e mangiato risotto pere e Molana, formaggio tipico del pavese, mi sono innamorata di un numero imprecisato di abitini vintage e fatto il pieno di storia della moda italiana e internazionale. Direi che non c’è male come tuffo nel passato.

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