24 aprile 2019
Libri

Segni indelebili – Andrea Edoardo Visone

Segni indelebili_Andrea Edoardo Visone

I protagonisti di Segni indelebili di Andrea Edoardo Visone  sono un ragazzo di ventisette anni che lavora all’Ambasciata italiana e Camila, una giovane ventitreenne che studia Medicina e che frequenta un collettivo studentesco del Partito Comunista. Protagonista è anche una città non identificata dell’America Latina che durante gli anni 70 del XX secolo è sull’orlo della crisi politica. E protagonista sarà la dittatura militare che porterà un’ondata di violenza, di paura, di torture e di uccisioni. Il giovane ambasciatore italiano e Camila avranno giusto il tempo per innamorarsi, perché a un certo punto lei verrà dichiarata expatriada, fuggita all’estero. Oltre al dolore, il dubbio che sia morta insieme alle migliaia di persone delle quali non si è più saputo nulla, neanche per dare loro una degna sepoltura.

Andrea Edoardo Visone, direttore per anni dell’Archivio Storico del Ministero degli Esteri, ha scritto un romanzo – pubblicato da La lepre edizioni – che permette di aggiungere un tassello a un decennio che ha devastato il Sudamerica, raccontando come era la vita per chi sosteneva i militari e per chi era all’opposizione, gli equilibri da mantenere tra i vari Paesi e i dettagli delle torture che non hanno risparmiato uomini e donne. Gli elementi di fantasia si intrecciano con la realtà storica dei fatti, così come la memoria del dolore (collettiva e personale) si fonde con la speranza nascosta nell’animo umano. Quante vite sono state spezzate durante la dittatura. Ricordare aiuta a capire, ma a un certo punto sarà necessario superare così tanta atroce bestialità. È per questo che, dopo quarantacinque anni, ritroveremo il diplomatico italiano in Sudamerica sulle tracce di Camila, per cercare un riscatto, per risorgere in quella stessa terra in cui è stato vittima del crimine peggiore: la totale assenza di risposte.

***

All’improvviso le afferrai la mano e lei me la strinse con forza. Riprendemmo a parlare delle nostre vite e dei nostri sogni, sempre tenendo le dita intrecciate ma non osando ancora muoverle. La mia malinconia e la sua inquietudine continuavano a fondersi attraverso ponti invisibili.

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