12 marzo 2019
Attualità, Eventi

Collateral damages: una mostra con le foto di Ugo Lucio Borga per raccontare le guerre nel mondo

collateral damages_ugo lucio borga aosta

Ogni volta che vado ad Aosta, una delle tappe irrinunciabili è il Museo Archeologico regionale, sede di mostre di altissimo valore artistico. Fino al 31 marzo è possibile accedere alla mostra fotografica dal titolo Collateral damages, centoventi scatti realizzati dal fotoreporter Ugo Lucio Borga. Per chi non ha la possibilità di andarci – mi rendo conto che Aosta non sia dietro l’angolo, a meno che non siate di casa presso le montagne valdostane – il mio consiglio è quello di approfondire ugualmente il lavoro di Borga e seguire i prossimi allestimenti, perché ne vale la pena. Ugo Lucio Borga, classe 1972, è un fotogiornalista impegnato a mostrare cosa succede durante una guerra, come si vive tra crisi umanitarie, problemi sociali e ambientali in Africa, Sud America, Medio Oriente, Asia, Europa. Ha realizzato numerosi reportage, raccontando le zone più martoriate del mondo, dalla Siria alla Libia, dalla Repubblica Democratica del Congo al Sud Sudan, dall’Iraq all’Ucraina. Il progetto Collateral damages ha una potenza narrativa che mette in luce la drammaticità dei conflitti, tanto da scuotere le coscienze e farci entrare in angoli di mondo nei quali il rumore delle bombe e quello delle vite spezzate hanno la stessa intensità. Le foto di Borga, tutte in bianco e nero, ti squarciano l’anima, ti tolgono il fiato, perché non vuoi più respirare la stessa aria intossicata dai signori della guerra.

ugo lucio borga_mostra collateral damages

In questa mostra ci sono più di cento immagini in bianco e nero che non documentano solo i conflitti tra gli eserciti e nelle trincee, ma anche le lotte dei civili che decidono di armarsi e sconvolgere le piazze con bombe umane. I collateral damages sono proprio i danni collaterali costituiti dalle persone, donne, uomini e bambini, morti sotto le macerie o che si trovano costretti a sopravvivere a ogni tipo di disastro. Le foto presentano una saturazione dei neri che cattura lo spettatore, nulla è distorto dall’occhio del fotografo, tutto è amplificato dalle espressioni dei protagonisti. Non siamo davanti a una documentazione oggettiva, si avverte in modo deciso lo sguardo di Borga con quella valenza etica e politica necessaria per comprendere davvero cosa succede dall’altra parte del mondo, o a poche migliaia di chilometri da noi. C’è tantissima distruzione (anche solo concettuale) in questo reportage fotografico, ma c’è anche un filo di speranza in alcune prospettive.

collateral damages

Ogni sala del museo è un teatro di guerra ben distinto, alla fine del percorso avremo abbastanza strumenti e ricordi per collegare volti, anni, angoli mai visitati. È incredibile quante cose abbia visto Ugo Lucio Borga, quante ne abbia racchiuse in uno scatto: come ha sopportato tutto questo? Come fa a trascinarsi dietro quella sofferenza e follia che ha impresso negli occhi? È passato dalle manifestazioni pacifiche represse nel sangue, ha seguito le famiglie in fuga dai combattimenti, ha ascoltato giorno e notte le raffiche della contraerea e gli spari assordanti dei kalashnikov, è stato sotto il tiro dei cecchini senza la possibilità di raggiungere il suo hotel. Ha visto i segni delle torture, quelle fatte durante il servizio militare, madri che non hanno neanche il tempo per piangere i corpi dei figli crivellati dai colpi di arma da fuoco.

ugo lucio borga

In ogni immagine c’è la sintesi di contraddizioni e violenza, la morte è l’unica cosa che accomuna chi ha un machete in mano e chi tenta di fuggire: «Vittime collaterali sono tutti: tutti coloro che prima delle barbarie conducevano vite pacifiche e dalla barbarie sono stati risucchiati, masticati, frantumati e trasformati. Qualcuno ha detto che esistono due specie di individui sulla terra. Quelli che hanno conosciuto la guerra e quelli che non l’hanno mai vista. Sono due animali diversi».

collateral damages ugo lucio borga

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La mostra resterà aperta sino a domenica 31 marzo 2019 con orario da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Chiuso il lunedì.
Per informazioni: Assessorato Istruzione e Cultura, Struttura Attività espositive: tel. 0165.275937 e-mail: u-mostre@regione.vda.it
Museo Archeologico Regionale: tel. 0165.275902
www.regione.vda.it

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