Oggi voglio affrontare un argomento che mi sta particolarmente a cuore: i capelli. Non ci crederete, ma non utilizzerò questo spazio per lamentarmi, perché l’unica cosa che esteticamente apprezzo di me stessa è appunto la lunga e folta chioma. Per il resto, metterei in piedi una polemica pure sulla forma delle mie tibie, ma non qui, non oggi. I capelli sono l’unica cosa che mi piace guardare mentre sono davanti allo specchio: mi metto il contorno occhi e intanto guardo se la scalatura è ancora decente, o se la luminosità è al massimo come sul mio cellulare, quando dimentico di abbassarla, ritrovandomi con la batteria al 3%. Mi è sempre piaciuto prendermi cura dei capelli, scegliere i prodotti giusti, non stressarli con pieghe e piastre tutti i giorni, seguire i consigli dei parrucchieri, informarmi, capire se il mio capello fosse secco, crespo, danneggiato o fragile. Poi ho sempre avuto modelli altissimi ai quali ispirarmi: Sabrina di È quasi magia Johnny, Brenda Walsh, Catherine Zeta Jones, Zooey Deschanel e Karla Souza.
Ok, lo ammetto, la mia ammirazione nei loro confronti va oltre i capelli, ma concentriamoci su una cosa, ché da ammirazione a depressione è un attimo. Non nego di aver passato periodi in cui mi sono lagnata perché desideravo una capigliatura liscissima come Jennifer Aniston, ottenendo come risultato la brutta copia di Maga Magò, dato che l’umidità del Salento resta una delle piaghe del XXI secolo. I miei sono tantissimi, lunghi, un po’ secchi, lisci sulla cute e mossi sulle lunghezze, ma non definiti, perché mai cullarsi troppe sulle gioie. Quindi il mio obiettivo è nutrirli in profondità, mantenere il volume e cercare di assecondare l’ondulatura (senza fare la piega con spazzola e asciugacapelli, altrimenti impiegherei minimo 4 ore). Il primo passo per farsi andare bene i propri capelli è accettarli così come sono. Successivamente investire una parte dello stipendio in prodotti capaci di risaltare i punti di forza, senza necessariamente stravolgere tutto. A volte, i parrucchieri sanno essere molto saggi e non ci tengono a vendere a tutti i costi i loro trattamenti chimici a lunga durata.
Negli anni ho provato tanti prodotti da supermercato e con alcuni mi sono anche trovata bene. Tuttavia per avere un capello davvero sano, oltre ad aiutarsi con l’alimentazione, è preferibile puntare su quelli professionali. Il marchio a cui sono più legata è Nashi: scoperto per caso dalla parrucchiera sotto casa e mai più abbandonato. Quando mi sono trasferita a Milano ho cercato un parrucchiere in base a tre caratteristiche: vicino casa, dai prezzi umani e con i prodotti Nashi.
Vi lascio qualche informazione sul brand, così potete farvi un’idea anche sul suo impegno etico e sociale, poi passiamo a elencare le soluzioni miracolose.
Il marchio Nashi è italiano, fa parte del gruppo Landoll, fondato a Milano nel 1966. Si tratta di un brand cruelty-free e attento a rispettare la natura: “Il packaging dei trattamenti è a impatto zero, grazie all’utilizzo di materiali 100% riciclati e riciclabili, e viene utilizzata solo energia proveniente da fonti rinnovabili”. Sulla composizione degli INCI, vi lascio carta bianca, perché non sono la più esperta e – anche se cerco di limitare l’uso di prodotti aggressivi – non sono acerrima nemica dei siliconi. Comunque, le formulazioni non contengono sostanze come sls/sles, solfati, fosfati, parabeni e coloranti.
Il punto di forza è l’olio di argan biologico certificato e prodotto nel sud del Marocco da una cooperativa fair trade, nata per aiutare le donne in difficoltà. Il profumo è inconfondibile: dolce, ma piacevole, leggermente speziato e che rimane a lungo sui capelli. Quanto è bello muovere i capelli e sentirne il profumo? Poi esci un attimo a fare la spesa, attraversi uno – e dico UNO – stradone con il traffico pari a quello della Salerno-Reggio Calabria, ed è tutto finito. Grazie Milano, grazie smog, grazie indovinate anche a chi.
In questi anni ho avuto modo di provare shampoo, balsamo, maschera, olio e crema in spray, ma il mio cuore e la mia criniera sono stati conquistati completamente dall’olio, l’unico che protegge bene le punte dall’aria calda e dalla piastra, l’unico che lascia i capelli lucenti come piacciono a me e soprattutto l’unico che riesco a distribuire su tutte le lunghezze senza l’effetto capello pesante/appiccicaticcio/unto. Per me rimane prodotto dell’anno da svariati anni.
Di seguito, una breve recensione dei prodotti che ho in casa:
- SHAMPOO
Adatto a tutti i tipi di capelli, pulisce bene senza appesantire ed è possibile utilizzarlo anche tutti i giorni. Io ho notato che quando lo uso, i capelli tendono a restare puliti sulla cute per più tempo, ma purtroppo qui entrano in gioco variabili come umidità, smog, uso del cappello, aria condizionata o riscaldamenti a 30°. Se avete poco tempo, anche usando solo lo shampoo, sentirete subito i capelli più morbidi. - CONDITIONER
È il balsamo. Avendo i capelli lunghi e mossi, non posso farne a meno. Questo li districa facilmente ed è un valido aiuto prima di pettinarli. Lo uso sia d’inverno, sia d’estate, perché i nodi amano formarsi 365 giorni all’anno. - DEEP INFUSION
La maschera è il prodotto che nutre di più il capello, la applico a ogni lavaggio. La tengo sulle lunghezze qualche minuto (ne basta davvero poca) e quando la risciacquo sento già i capelli belli morbidi, nutriti e corposi. Se dovete fare acconciature particolari, la maschera vi aiuterà ad avere un capello più propenso allo styling (questa cosa me la dicono tutti i parrucchieri da quando avevo 14 anni). - INSTANT
È un districante in spray senza risciacquo. Fa quello che dovrebbe fare un balsamo, snodare e rendere la piega più semplice, ma va messo sui capelli umidi prima dello styling. A me piace usarlo quando c’è tanta umidità e voglio debellare qualsiasi centimetro di crespo. Tiene a bada i capelli senza far perdere il loro volume: insomma, non ve li appiattisce.
- OIL
Eccola, la mia salvezza. Ne basta pochissimo sui capelli umidi, poi potete fare qualsiasi acconciatura. Oltre a proteggere i capelli dal calore, questo olio secco può essere applicato sulle punte dopo l’asciugatura per risaltare l’effetto luminoso. Lascia i capelli profumati ed è ottimo anche in caso di doppie punte. In vendita c’è il formato da 30 ml perfetto per quando si viaggia.
Da poco, Nashi ha aperto un Salone a Milano all’interno di Citylife, che ho avuto il piacere di provare, grazie a un invito con piega omaggio. Le ragazze sono super gentili e, nonostante la mole di lavoro (prenotate sempre, se volete trovare posto), quello che mi ha colpito subito è stata la calma e la serenità negli spazi adibiti per il lavaggio e la piega. In altri saloni è capitato spesso di ritrovarmi in mezzo al caos, ai prodotti sparsi ovunque, ai cavi dell’asciugacapelli sul pavimento, a gente che urlava e all’ansia da fretta fretta fretta. Io dal parrucchiere voglio anche rilassarmi, e da Nashi mi sono quasi addormentata durante il lavaggio, per farvi capire il livello di tranquillità (era venerdì sera ed era pieno). Tutto l’arredamento è in tipico stile Nashi, dai colori legnosi, molto minimal e curato nei dettagli. Ci sono tutti i prodotti in vendita, anche quelli per uomo e quelli per la cura del viso e del corpo. Per il momento io ho provato lo scrub-maschera e la crema per il viso, ma aspetto prima di darvi un parere su queste novità. Il mio fidanzato, invece, ha preso l’olietto da barba, che la rende morbida e profumata al punto giusto.
La piega che mi hanno fatto è stata LA piega durata di più in assoluto: in genere, i capelli mossi con le onde resistono un paio d’ore, poi si afflosciano e mi resta l’effetto capelli sciolti dopo il tuppo, detto anche chignon e che ha altre 25 espressioni tipiche regionali. Questi mi sono durati due giorni, poi li ho lavati, nonostante fossero ancora perfetti. Come prodotti hanno usato shampoo, conditioner, deep infusion e oil, le onde sono stata fatte tutte con spazzola e asciugacapelli, niente piastra o ferro: un lavoro lungo e meticoloso, ma che mi ha dato grandi soddisfazioni.
Certo, non ero uguale a Zooey Deschanel, ma per un momento, mentre ero davanti all’enorme specchio del Salone, ho voluto credere di avere almeno una cosa in comune con lei: i capelli.
