17 gennaio 2018
Comunicazione

Mettiamocelo in testa: la campagna di UNHCR per garantire l’istruzione ai bambini rifugiati

«Io sono di Juba e non voglio mai più tornarci, perché là continuano a combattere, ed io non voglio combattere». John Luis è fuggito dal Sud Sudan con la sua famiglia e ha trovato rifugio in Uganda, dove può finalmente frequentare la scuola per realizzare il suo sogno: diventare dottore e aiutare le persone.

Khadija e sua madre sono fuggite dal Sudan e hanno iniziato una nuova vita insieme in Ciad. Qui hanno frequentato le scuole elementari nella stessa classe, perché la voglia di studiare era tanta. «L’istruzione è tutto, ci aiuterà per il futuro. Imparare è sempre la cosa giusta».

Samia è una bambina afghana rifugiata in Pakistan con il desiderio di studiare per tutta la vita: «Amo la scuola». La sorella maggiore non ha potuto continuare gli studi a causa di un matrimonio precoce, così Samia le insegna a leggere e scrivere. In Afghanistan solo il 23% delle bambine frequenta la scuola primaria.

Come emerge dal rapporto dell’UNHCR Left Behind, nell’ultimo anno oltre 3,5 milioni di piccoli rifugiati non hanno avuto la possibilità di andare a scuola, non hanno mai aperto un libro, non sanno leggere, oppure sono stati obbligati ad abbandonare gli studi a causa della guerra. Per continuare a garantire ai bambini rifugiati l’accesso all’istruzione e a un futuro migliore, l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) ha lanciato nuovamente la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Mettiamocelo in testa. Solo l’istruzione può salvare la vita e il futuro di un bambino”, a cui si può contribuire con un SMS o una chiamata al numero 45516 fino al 28 gennaio. Per dare un ulteriore sostegno all’iniziativa sui social, potete condividere una vostra foto con un libro – magari scolastico o universitario – che vi ricorda il periodo degli studi, usando l’hashtag #mettiamocelointesta e taggando UNHCR Italia.

I fondi raccolti andranno a sostenere il progetto Educate a Child, un innovativo programma di istruzione presente in 12 Paesi: Siria, Iran, Ciad, Pakistan, Yemen, Etiopia, Malesia, Kenya, Uganda, Ruanda, Sud Sudan, Sudan. In cinque anni questo progetto ha garantito accesso all’istruzione a 1 milione di bambini rifugiati, con la costruzione e ristrutturazione di 210 scuole.

Sul sito dell’iniziativa potete trovare tutte le informazioni più dettagliate e conoscere piccole grandi storie di chi ha potuto riprendere in mano un libro con la voglia di imparare tutto. La scuola ha il potere di proteggere dalla violenza, dalle bombe, dai matrimoni e dalle gravidanze precoci, dalla sofferenza.

Solo con l’istruzione un bambino rifugiato ricomincia a scrivere la sua vita. Mettiamocelo in testa.

Share  Share on FacebookTweet about this on TwitterGoogle+Pin on Pinterestshare on Tumblr

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *