8 aprile 2009
Attualità, Politica

Una scossa alla coscienza

Prevedere un terremoto o una qualsiasi catastrofe ambientale non è semplice e non sempre è scientificamente accettabile. Prevenire i danni e le conseguenze disastrose che potrebbero creare è doveroso da parte di chi ci governa. Cioè coloro che dovrebbero tutelarci. Ma da chi e da cosa, ormai, mi è davvero oscuro. Rivedere le leggi antisismiche, controllare gli edifici a rischio, evitare di costruire nelle zone maggiormente colpite da calamità naturali, stabilire piani di evacuazione tempestivi: sembra un lavoro che necessita di tempo e denaro. E infatti lo è senza dubbio. Soprattutto se si confronta con il tempo misurato in una manciata di secondi che ha distrutto interi paesi in Abruzzo: decenni per costruire case, scuole e ospedali e trenta secondi per  trasformare tutto questo in cumuli di macerie. Una vita spesa per realizzare piccoli o grandi sogni, una scossa dal basso per vederli infranti. O per non vederli proprio più.

Ma loro pensano al ponte sullo stretto di Messina. L’avessero terminato, almeno! Sono anni che se ne parla, che si sprecano soldi e finanziamenti vari. Eppure il progetto è ancora lì, dopo decenni spesi in ricerche e analisi strutturali (e chi lo sa quanta competenza è stata adoperata).  Investimenti di tempo e denaro che sarebbero risultati più utili per mettere al riparo intere popolazioni e intere città. Buttare un occhio su queste opere pubbliche, avrebbe sicuramente salvato molte vite, avrebbe dato lavoro a chi non lo aveva e, forse, avrebbe evitato a qualcuno di pronunciare la frase “In Giappone o in California zero vittime per un terremoto del genere”.  In Italia 250 morti e una regione sotterrata dalla disperazione.

ITALY EARTHQUAKE

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4 thoughts on “Una scossa alla coscienza

  1. Terminato il ponte sullo stretto??! Iniziato vorrai dire!
    Ieri sera ho visto a sprazzi Ballarò. E c’era il nostro fenomenale ex ministro delle infrastrutture e attuale sottosegretario del medesimo ministero. Quando qualcuno ha fatto notare che forse il sistema delle “autocertificazioni” di antisismicità non sono un’idea brillantissima lui non ha trovato altro che replicare: “certo, qualcuno controlla e poi andiamo a finire al chi controlla il controllore. Le autocertificazioni sono un sistema per velocizzare”.
    Per velocizzare la distruzione di un ospedale di soli 10 anni….

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