1 febbraio 2012
Libri

ACAB. All cops are bastards di Carlo Bonini

Giova ribadire  e  ricordare  che lo  sfollagente deve  assolutamente  essere maneggiato nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti in materia e che qualsiasi altro uso, oltre a compromettere l’efficace controllo dell’arma, determina modalità di impiego censurabili e perseguibili ai sensi di legge.

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– Lascia stare, – aveva detto quello. – Dimmi piuttosto perché lo avete fatto. Perché cazzo ci siete venuti addosso? Sono un operaio. Guadagno quanto te, e come te, ogni sera, quando torno a casa, ringrazio Iddio di essere ancora vivo. Ti senti meglio ora che hai calpestato uno come te?

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Nell’italietta   dove   è   consentito   manifestare   solidarietà   per   i   brigatisti   rossi arrestati, ma dove mandare affanculo un pubblico ufficiale non è offensivo; in questa italietta dove offendere un’uniforme o una divisa o sputare addosso a uno   sbirro   è   normale,   forse   un   giorno   ci   daranno   una   pacca   sulle   spalle   e diranno: «Tutto ok, non preoccuparti, sei solo su  Scherzi a parte»

È il tipico romanzo italiano, costruito attraverso la raccolta di documenti, atti processuali e testimonianze dirette. Si prende un punto di vista, quello dei celerini – o Reparto Mobile della Polizia di Stato, per il politicamente corretto  – e si riempiono 135 pagine con i loro pensieri, le loro ideologie, i loro soprannomi e la loro violenza. Quella violenza che sfocia negli stadi per combattere altra violenza data dagli ultras, o quella ben nota che è stata capace di generare una macelleria messicana di innocenti nella scuola Diaz durante il G8 a Genova. La violenza che sorge spontanea all’interno dei CPT e quella di cui non si può certo fare a meno se in mano si ha uno sfollagente in grado di provocare trauma cranico, contusioni e fratture. Il Reparto mobile è una tribù, una famiglia che non tradisce, che protegge e fa sentire meno quella solitudine che avanza tra una divisa blu e l’altro, un immigrato, un tifoso, un fascista, una zecca, una puttana. I celerini si sentono «i servi dei servi dei servi», sono il cuore nero della polizia, e chi non è di destra lo diventa facilmente. “Il reparto è sensazione di onnipotenza, incoscienza, virilità, paura”. È una missione. È uno sporco gioco, ma nonostante le difficoltà e le paure non è possibile giustificare l’aggressività e i pestaggi gratuiti delle forze dell’ordine. Neanche in un libro, che comunque non si pone questo obiettivo, bensì si limita a dare voce a questa parte del paese. Prima di essere addestrati per andare in strada, devono essere consapevoli di possedere quella forza necessaria per non alzare il manganello a chi li ricopre di insulti e sputi. Perché altrimenti saranno per sempre ACAB.

acab_carlo_bonini

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3 thoughts on “ACAB. All cops are bastards di Carlo Bonini

  1. Sì. Sono curiosa di vedere il film, giusto perché ho la sensazione che abbiano fatto una certa “opera di beatificazione”. Ma magari mi sbaglio.

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