4 marzo 2009
Attualità, Politica, Società

Disoccupati, non fidatevi del domani

C’è la crisi. Quella economica, quella politica, quella internazionale e quella di nervi. Ovviamente non in Italia. Questo è sempre il paese dei balocchi dove si mangia bene, le località turistiche sono affollate sia d’inverno che d’estate, dove gli stranieri vengono in cerca di una nuova “America”. Anche se, in realtà, lo hanno capito prima di noi che questa non è più l’Italia presentata nei film degli anni ’60, dove tutti hanno tutto. Di sicuro abbiamo un capo del governo che continua con le sceneggiate da buffone di quart’ordine, che è contrario al provvedimento, proposto dal Pd, di garantire l’assegno ai disoccupati: non assiste i precari, possiamo pretendere che lo faccia con chi il lavoro non lo ha più? No, perchè “è finanziariamente insostenibile”.  Però quando bisognava salvare Alitalia i soldi sarebbero usciti (o, almeno,  è quanto avrebbe voluto farci credere). Per ora chi è disoccupato dovrà continuare a “disoccuparsi” di qualsiasi cosa, a partire proprio da un lavoro che gli consenta di (soprav)vivere. La riforma degli ammortizzatori sociali è quanto mai lontana e priva di una rosea prospettiva per chi necessita di un sostegno economico che lo Stato dovrebbe garantire attraverso una struttura integrata che soddisfi l’esigenza di protezione del disoccupato e che riduca i costi sociali causati da un cambiamento strutturale.

Secondo l’economista Tito Boeri una riforma “che estenda ai lavoratori del parasubordinato (oggi privi di qualsiasi protezione) la copertura dei sussidi ordinari di disoccupazione e che ne allunghi la durata per i lavoratori dipendenti delle piccole e medie imprese (oggi esclusi dall’ accesso alle ben più generose Cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, indennità di mobilità e, infine, mobilità lunga) costerebbe anche meno di quegli 8 miliardi che il governo ha più volte dichiarato di aver già messo a disposizione di un allargamento della platea dei beneficiari degli ammortizzatori sociali. (…) Ci sono tante diverse ipotesi allo studio, ma alcune di queste, quelle che prevedono interventi sui soli parasubordinati (identificati come lavoratori con un unico committente) costano attorno ai 4-5 miliardi di euro, la metà delle risorse che il Governo sostiene di avere già in mano. (…) Le frettolose dichiarazioni di Berlusconi alimentano perciò il sospetto che anche gli 8 miliardi annunciati trionfalmente a metà febbraio siano, come tanti altri soldi messi virtualmente sul piatto dal governo dall’ inizio della crisi (a partire dai 120 miliardi elargiti sulla carta da Tremonti a Washington nell’ ottobre scorso), dei soldi finti“.

disoccupazione

Intanto, le storie di giovani (e non) precari, disoccupati, depressi, angosciati aumentano di giorno in giorno, gli articoli sulla loro condizione riempiono i quotidiani. Ma allora perchè non ribellarsi una volta per tutte? Perchè non scendere in piazza e manifestare per giorni? Perchè si parla di rivoluzione soltanto per indicare quella francese o quella del ’68? Forse perchè prima c’era un qualcosa o un qualcuno da combattere, chiamiamolo re, chiesa, famiglia, Stato. Ora tutto questo sembra essere venuto meno sotto la forza maggiore del sistema finanziario, del mercato che gestisce le nostre vite con il nostro “consapevole” consenso. Come ha detto Umberto Galimberti: “Per oggi mangio, domani… poi ci penso”.  Si vive il momento senza pensare al futuro che non è neanche troppo lontano, ma immediato, che ci separa poche ore da quel “domani” che non ha nessuna forma, che per qualcuno non vale neppure la pena di vivere. Il carpe diem di Orazio è quanto mai attuale: accettare il proprio destino e  godere del presente senza pensare al domani e alla sua inevitabile incertezza. L’unico problema è che noi, oggi,  non abbiamo nulla da godere nemmeno in questo preciso istante.


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2 thoughts on “Disoccupati, non fidatevi del domani

  1. Fossero solo i soldi quelli finiti,direi e chi se ne frega, da sempre il loro valore e’ pari al costo della carta per prudurli. io mi auguro invece che finisca , imploda questo sistema che ci portato al colasso etico, morale,storico………

  2. io ho 27 anni e mi sono laureata a dicembre 2008.fino ad ora sono riuscita a trovare solo un lavoro da commessa part time per due mesi e mezzo con 600 euro al mese,di cui cmq mi accontentavo xkè in passato ho lavorato anche con contratti a progetto a 300 euro al mese nei call center,ma all’epoca studiavo ancora e credevo che una volta ultimati gli studi non sarebbe stato difficile riuscire a trovare qualcosa di meglio.scaduto il contratto di due mesi e mezzo sn stata mandata a casa,il mio impegno e la mia serietà non sono bastati….è dovuto rimanere qualcun altro che aveva usufruito della raccomandazione o qualcun altro che ha leccato il fondo schiena del responsabile fin dal primo giorno,tanto da riuscire ad ottenere un rinnovo a tempo indeterminato a soli 21 anni,ed io che ne ho 27,con una laurea sulle spalle e una maggiore esperienza nel settore sto a spasso.per fortuna la mattina mi tengo imepgnata svolgendo il praticantato presso uno studio di consulenza del lavoro,ma il che non è molto gratificante visto che non vengo retribuita nemmeno di un centesimo.per il resto continuo a mandare curriculum a vuoto,senza mai essere contattata,e quei pochi che lo hanno fatto mi hanno tranquillamente scartata.ora a questo punto credo che sia inutile accanirsi contro una parte politica o una persona ecc..,la verità è che I NOSTRI POLITICI NON CI HANNO MAI SAPUTO FARE!!!!sia essi di dx che di sx,altrimenti non ci troveremmo in queste condizioni.condivido a pieno il fatto che mai nessuno alzi la testa e si ribelli contro questa situazione,noi disoccupati,tutti,laureati e non ,dovremmo ribellarci a tutto ciò,farci sentire,e nn fare finta di nulla chiudendoci in noi stessi!io mi sento davvero male,a soli 27 anni odio tutto e ho perso ogni entusiasmo in qualsiasi cosa che faccio,dalla vita non mi apsetto più nulla:la mattina mi alzo e mi chiedo il xkè?mi sento senza una meta ed un obiettivo nella vita,mi sento inutile e mi sono pentita amaramente di aver perso anni sui libri,”forse se avessi scelto di lavorare a 18 annu a quest’ora non mi ritroverei in questa situazione!” mi ripeto ed ogni giorno me ne convinco sempre di più,ma so anche che nn è giusto,che non è laurearsii o meno ad essere sbagliato,ma è questo sistema,questa società ad essere sbagliata.chiunque volesse ribellarsi a questo sistema ed alzare la voce può mettersi in contatto con me,è ora di fare qualcosa!!!

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